Payback farmaceutico: si avvicina un ulteriore smantellamento della governance farmaceutica pubblica
Prof. Mauro M. De Rosa
Premessa
Il SSN viene finanziato prevalentemente con la fiscalità pubblica. Le Regioni e le Provincie autonome sono le strutture responsabili della tutela della salute pubblica e si dotano di strumenti per la governance sanitaria e farmaceutica, costituendo la spesa per tali attività oltre il 70-80 % del loro bilancio.
Nel tempo sia il livello centrale che quelli regionali si sono dotati di strumenti di governance tra i quali spiccano i tetti di spesa, decisi dal Parlamento, e i processi di payback, attivati sia a livello centrale che a livelli regionali e locali. (1)
Il payback più noto riguarda il coinvolgimento delle imprese farmaceutiche e del biomedicale al ripiano della eccedenza di spesa che si verifica a livello locale e regionale.
Fortemente contrastata dalle aziende farmaceutiche prima e da quelle del biomedicale dopo, nel tempo vi è stata una sostanziale “accettazione” del coinvolgimento in questo ripiano finalizzato alla stabilizzazione della spesa, limitatamente alle aziende del farmaco (2).
Le aziende di dispositivi medici, invece, hanno iniziato la loro battaglia legale per ridurre l’impatto miliardario che questo payback aveva determinato in prossimità della scadenza del recupero da parte delle regioni, ottenendo un “assenso” da parte del Governo che ha poi prodotto uno “sconto” sul valore pari a oltre il 50% degli importi.
L’ottenimento di questo “sconto” è stato ritenuto dalle aziende un successo per il valore in assoluto (oltre un miliardo di euro) ma ha causato criticità nei bilanci regionali, con conseguente ricorso alla fiscalità generale per il ripiano del mancato introito.
Il pay back nel mirino
Ora l’attenzione delle imprese sembra si sia concentrata sull’abolizione definitiva del payback strutturale, cioè quello che si determina qualora la spesa farmaceutica e del biomedicale superi il tetto di spesa fissato nel valore percentuale dal Parlamento.
L’obiettivo, perseguito anche attraverso l’ausilio di società di lobby specializzate, sembra sia quello di smantellare questo strumento che da più parti viene ritenuto un “laccio e lacciuolo” per l’espansione sia del mercato farmaceutico che biomedicale.
L’importo del payback che si osserva indirettamente attraverso l’esame della spesa rispetto al tetto fissato è definito da AIFA che ne ha recentemente emesso il relativo Report per il periodo 2019-2022 (3).
Il grafico soprariportato (tratto dal rapporto AIFA) mostra il differenziale già presente tra spesa farmaceutica e tetto programmato tra il 2018 e il 2022.
Nei primi mesi del 2023 questa situazione non è cambiata con l’eccezione di alcune Regioni (Val d’Aosta e Veneto) e delle Provincie autonome.
Questo significherà che anche per il 2023 si produrrà inevitabilmente il ricorso al payback, salvo che non sopraggiunga un intervento normativo volto a cancellare questo strumento di governance.
L’adesione al pay back farmaceutico
Le Aziende farmaceutiche per la quasi totalità hanno aderito anche per il 2002 al programma di introito delle somme disposte da AIFA.
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il prospetto periodico relativo allo stato dei pagamenti del payback da parte delle aziende farmaceutiche.
Le aziende hanno comunicato che, in relazione alla spesa farmaceutica per acquisti diretti effettuata nel 2022, hanno provveduto a saldare alle Regioni e Province autonome oltre 1,207 miliardi di euro, pari al 96% del dovuto.
Analizzando nel dettaglio questo dato, dai controlli effettuati da AIFA emerge che, ad oggi, 36 delle 146 Società destinatarie di oneri di ripiano risultano essere totalmente inadempienti e 6 società risultano essere parzialmente adempienti.
Le società hanno versato un importo complessivo pari a euro 1.207.377.060,62 € (96%) su un ammontare richiesto pari a euro 1.260.044.862,13 €
Attività di un gruppo di lavoro parlamentare per cancellare il payback
Per la soluzione dei problemi lamentati dalle imprese che coinvolgono il settore farmaceutico e biomedicale, pare sia stato così formato un gruppo di lavoro che avrebbe già cominciato la sua attività.
Dà conto di questa notizia Pharmakronos il 9 luglio, riportando le dichiarazioni di Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, esponente di Fratelli d’Italia, a margine di un Convegno a Bari.
Le proposte di modifica saranno inserite nella prossima Manovra finanziaria.
Conclusioni
Se l’attività lobbistica messa in atto da anni da parte delle imprese del settore farmaceutico e biomedicale avrà successo, trovando una sponda in ambito governativo e parlamentare, si potrebbe con la prossima finanziaria vedere scritta la parola fine alle lamentele e proteste che hanno prodotto, tra l’altro, anche un gigantesco contenzioso sul tema del payback impegnando TAR e Consiglio di Stato.
Ciò che è, tuttavia, bene ricordare è che con l’eliminazione del payback verrà eliminato il principale strumento di governance farmaceutica a disposizione delle Regioni per il ripiano della eccedenza di spesa: i bilanci regionali saranno messi a dura prova e si dovrà progressivamente far ricorso ai Piani di rientro estesi a tutte le Regioni e non più limitati a solo quelle meridionali.
Vedremo quando gli emendamenti alla finanziaria in preparazione verranno depositati quale sarà la posizione delle regioni e, se interverranno per limitare i “danni” che potrebbero prodursi a carico dei loro bilanci per questi mancati introiti compensativi, con una ulteriore depauperazione miliardaria delle loro risorse.